Domenico
Felaco IK6QGE
domenico.ikseiqge@tiscali.it
English
for Radio Amateurs
www.ik6qge.altervista.org
Un
po' d'inglese per uscire, con la radio, dai confini nazionali
La
lingua inglese nell'attività radioamatoriale
Secondo
la normativa vigente, “l'attività di radioamatore consiste
nell'espletamento di un servizio, svolto in linguaggio chiaro o con
l'uso di codici internazionalmente ammessi...”. (1)
Come
si può notare, il legislatore usa il termine “linguaggio” che,
nel contesto della frase citata, indica la generica facoltà di
comunicare usando un codice linguistico, ma non dà alcuna
indicazione sulle “lingue” da usare nei QSO internazionali.
La
pratica operativa, invece, dimostra chiaramente che l'attività
radioamatoriale internazionale si svolge prevalentemente in inglese e
non lascia dubbi sul fatto che, nel caso si decidesse di ampliare
l'ambito delle proprie attività superando i confini nazionali, si
dovrebbe necessariamente affrontare il problema della capacità di
comunicare in quella lingua.
In
realtà, più che di vera e propria lingua inglese, quello che si usa
prevalentemente nei collegamenti radioamatoriali internazionali è
uno strumento linguistico composito che, in altra occasione, abbiamo
denominato “lingua franca dei radioamatori” e che, per la
presenza di un lessico specifico radioamatoriale, ha tutte le
caratteristiche proprie delle lingue specialistiche.
Tuttavia,
poiché l'idioma di cui stiamo parlando resta comunque caratterizzato
dalla base fonetica, morfologica e lessicale della lingua inglese, il
radioamatore che si proponesse di servirsene nei QSO internazionali
dovrebbe necessariamente dare una risposta, in via preliminare, alle
seguenti domande:
-
a che ci serve l'uso
dell'inglese?
-
quali sono le nostre
attuali conoscenze e competenze?
-
cosa vogliamo e possiamo
fare per migliorare ?
-
come controlliamo i
risultati raggiunti?
A
che ci serve l'uso dell'inglese?
Se
la lingua inglese ci serve solamente per contattare una spedizione o
una stazione rara, allora ci basta conoscere le parole del codice
ICAO e qualche altro termine necessario per comunicare il nominativo
e il rapporto. In questo caso, tutto quanto scritto sotto può
essere, ovviamente, ignorato.
Se,
invece, ci proponiamo di andare un po' oltre e, collegando stazioni
straniere, vogliamo comunicare, oltre al nominativo e al rapporto,
anche il nome, il QTH e qualche particolare sulla zona da cui
trasmettiamo, i dettagli sulla stazione e sulle antenne, un rapporto più preciso sull'intensità
del segnale ricevuto e sulla qualità della modulazione,
le informazioni sul tempo atmosferico, la richiesta o la
promessa dell'invio della cartolina QSL, i ringraziamenti e i saluti,
ebbene, in questo caso possiamo ben dire di essere interessati al
tipo di QSO che più frequentemente si svolge nei collegamenti
internazionali.
Le
note che seguono sono riservate proprio a coloro che intendono
svolgere un'attività di questo tipo senza disporre degli strumenti
linguistici necessari, ma possono probabilmente risultare di qualche
utilità anche per i radioamatori che conoscono bene la lingua
inglese e che sono in grado di conversare agevolmente, in ambiti
diversi da quello radioamatoriale, con interlocutori appartenenti ad
altre comunità linguistiche, ma che hanno qualche dubbio sulle
espressioni da usare durante i QSO, soprattutto per quanto riguarda
il lessico specialistico e
la pronuncia.
Quali
sono le nostre attuali conoscenze e competenze?
Intanto,
chiariamo subito che i termini “conoscenza” e ”competenza”
non sono sinonimi. La conoscenza si riferisce alle nozioni che si
sono apprese mentre la competenza indica ciò che si sa fare con
quello che si conosce.
I
due termini trovano la loro
applicazione anche in campo linguistico: si possono
“conoscere” le regole (il lessico, la grammatica, la pronuncia)
ma occorre anche avere la “competenza linguistica” per saperle
applicare o, meglio ancora, per produrre degli enunciati
significativi senza pensare ad alcuna regola.
Quindi, ogni radioamatore che
vuole avvicinarsi ai collegamenti
internazionali in fonia, indipendentemente
dal livello di padronanza della lingua inglese di cui può
disporre, ha bisogno di “conoscere” il lessico appropriato e la
pronuncia corretta delle espressioni da usare nei QSO e deve,
inoltre, acquisire la “competenza” minima indispensabile per
valutare come e quando usare tali espressioni.
Ogni
volta che si affronta lo studio di un aspetto specialistico di una
lingua straniera, è necessario porsi il problema del livello di
partenza, cioè di quello che già si conosce di quella lingua e di
come si riesce a comunicare quando la si usa.
Per
i radioamatori, tali livelli di partenza, che dipendono dalla storia
particolare di ciascun individuo, possono essere i più diversi ed è
ovvio che altrettanto diversi risulteranno i tempi e l'impegno
necessari per impadronirsi degli aspetti specialistici della lingua
che si studia.
Tuttavia,
a conforto di chi pensa di “partire da zero”, occorre ricordare
che ogni radioamatore conosce, comunque, le parole del codice ICAO,
le forme brevi che si usano più frequentemente durante i QSO, alcune
centinaia di parole della lingua inglese che, fin troppo
invasivamente, sono entrate nella lingua italiana e, infine, il
codice Q che, sebbene non sia costituito da parole inglesi, è pur
sempre un codice internazionale compreso da tutti gli operatori.
Cosa
vogliamo e possiamo fare per migliorare?
Esistono
delle teorie dell'apprendimento linguistico che influenzano
l'approccio, che è la struttura teorica di fondo che condiziona ogni
proposta che riguarda lo studio di una lingua straniera e da cui
possono scaturire uno o più metodi, cioè una o più strategie
didattiche utili per conseguire, attraverso l'uso di tecniche
applicative adeguate, i risultati prefissati.
Nel
caso particolare dei radioamatori italiani che vogliono aumentare le
loro possibilità di condurre dignitosamente dei semplici QSO in
lingua inglese, le esigenze sono decisamente di tipo “comunicativo”
e si manifestano nella “situazione” particolare di un
collegamento internazionale e nell'ambito dei pochi argomenti che si
trattano in questo tipo di contatto.
Per
migliorare, quindi, occorre pensare a una strategia che
escluda ogni velleità di tradurre, mentre si parla, dalla propria
lingua in inglese, che trascuri lo studio della grammatica e
l'acquisizione delle abilità di lettura e di scrittura e che
concentri l'attenzione sulla comprensione e sulla produzione, con
buona pronuncia e con piena consapevolezza di
ciò che si dice, delle poche centinaia di espressioni in
lingua inglese che si usano prevalentemente durante i collegamenti
internazionali.
Per
elaborare tale strategia è indispensabile prendere spunto dai QSO
che si possono ascoltare sulle frequenze radioamatoriali
e dai quali emergono le necessità linguistiche dei
partecipanti, le difficoltà, gli errori e le carenze ma anche gli
straordinari risultati ottenuti da tutti
quei colleghi di varie nazioni che si esprimono dignitosamente in
lingua inglese e che, a loro dire, non hanno mai studiato quella
lingua al di fuori dell'ambito radioamatoriale.
Dopo
aver acquisito una base minima di conoscenze e competenze per
cominciare a partecipare ai QSO, gli stessi collegamenti
internazionali diventeranno il “laboratorio linguistico” nel
quale si potranno arricchire e ampliare le possibilità di
comunicazione in lingua straniera.
English
for Radio Amateurs
Da
considerazioni del tipo di quelle esposte sopra è nata, oltre
vent'anni fa, l'idea di sviluppare il corso “English for Radio
Amateurs”, attualmente disponibile gratuitamente sul sito
www.ik6qge.altervista.org. (2)
Inizialmente
il lavoro, che si avvaleva della preziosa collaborazione di un
collega britannico, era realizzato su carta stampata e su nastro
magnetico ed era riservato ai colleghi della zona 6 che ne facevano
richiesta.
Solo
in un secondo momento, con la diffusione di Internet, tutti i testi e
gli esempi audio sono stati digitalizzati e trasferiti sul sito
citato.
“English
for Radio Amateurs” non ha e non potrebbe avere l'ambizione di
fornire gli strumenti linguistici necessari per comunicare nelle
diverse situazioni della vita quotidiana
ma è solamente uno strumento limitato e specialistico progettato e
realizzato per rispondere alle esigenze dei radioamatori
italiani che desiderano capire meglio i messaggi ricevuti
(understanding) e migliorare la qualità dei loro interventi
(speaking), specialmente sul piano della pronuncia, durante i
collegamenti in fonia con interlocutori anglofoni.
Il
corso è organizzato in pagine in cui si presentano le fasi più
importanti di un QSO. Ciascun
contenuto è poi ripreso e ampliato per fornire una
vasta raccolta di possibili varianti sugli
argomenti che sono più frequentemente trattati nei
collegamenti internazionali.
Tutte
le espressioni presenti nelle
varie pagine sono pronunciate da un lettore nativo e offrono, quindi,
un modello attendibile da utilizzare negli esercizi di “ascolto e
ripetizione ad alta voce” (listen and repeat) che sono disponibili
nell'apposita sezione del sito.
I
testi sono trascritti utilizzando i simboli dell'International
Phonetic Alphabet e possono essere scaricati e stampati per una
rapida e comoda consultazione durante i collegamenti. Anche i file
audio possono essere scaricati e ascoltati con qualsiasi
riproduttore, quando il computer e Internet non sono disponibili.
La
reale applicazione nei QSO di quanto appreso costituisce, come
vedremo, il momento del controllo dei progressi.
Il
controllo dei miglioramenti
Capita,
nei consessi internazionali in cui si comunica in lingua inglese, che
tutti si capiscano benissimo, indipendentemente dalla comunità
linguistica a cui appartengono, fino a quando non prende la parola un
parlante anglofono nativo che, disponendo di una più vasta
competenza linguistica, è propenso a usare un vocabolario più ricco
e strutture più complesse.
È
ovvio, quindi, che i primi QSO in lingua inglese risulteranno più
agevoli se condotti con radioamatori stranieri ma non di lingua madre
inglese.
Va
detto, tuttavia, che gli operatori esperti che parlano da Paesi
anglofoni conoscono bene il problema e adeguano il loro modo di
parlare alle probabili competenze linguistiche degli interlocutori.
I
radioamatori amano essere considerati “gentlemen” e, pertanto, è
inutile contare sul rapporto dei corrispondenti per avere un giudizio
sulla qualità del nostro inglese. Anche se è pronunciato in modo
approssimativo, anche se è balbettante e strutturalmente inadeguato,
è estremamente improbabile che qualcuno ce lo dica.
Gli
unici riscontri che possiamo avere sono di carattere soggettivo:
secondo la nostra personale valutazione, in che misura riteniamo di
capire quello che l'interlocutore ci dice? Dalle sue risposte,
possiamo dedurre che ha compreso quello che gli abbiamo detto?
Ai
colleghi che, dopo aver letto queste note e dopo aver visitato il
sito www.ik6qge.altervista.org, considerassero la proposta didattica
adatta alle loro esigenze, è forse il caso di riservare, per
concludere, qualche raccomandazione: imitare i modelli parlando ad
alta voce, procedere con calma e con gradualità senza tardare
troppo, però, per eccessivo senso autocritico, a sfruttare la
possibilità di mettere subito in pratica nei QSO quanto s'è
appreso, ignorare le eventuali critiche e le possibili ironie e
provare, infine, a capire e a usare le nuove espressioni che si
potranno sicuramente ascoltare dai vari interlocutori. Per chi
sentisse come irrinunciabile un approfondimento di ordine
grammaticale, nelle pagine di “English for Radio Amateurs” si
forniscono i collegamenti ad alcune pregevoli proposte presenti in
rete.
È
possibile che gradualmente, a forza di introdurre sempre nuovi
argomenti nei QSO e di condurli con sempre maggiore disinvoltura,
escludendo qualsiasi riferimento alla lingua italiana, si cominci
realmente a “pensare in lingua straniera”, nel qual caso ci
sarebbero tutte le condizioni per riprendere e ampliare lo studio
dell'inglese anche al di fuori dell'ambito radioamatoriale.
NOTE
1-
Decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259, Codice delle comunicazioni
elettroniche. Capo
VII RADIOAMATORI.
2- È
appena il caso di ricordare, a scanso di equivoci, che il sito, che è
disponibile gratuitamente in rete da parecchi anni, non ha contenuti
pubblicitari che possano ricondurre a un interesse di tipo
economico.
Cf.
Domenico Felaco, English for
Radio Amateurs, RR 7-8/2014
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