miniatura.jpg
Articoli correlati


Il problema della “Q” nel nominativo

La mutevole pronuncia della parola Quebec


Tutti i radioamatori sanno che il codice ICAO (o ITU o NATO) è costituito da un elenco di parole usate per rappresentare le lettere dell'alfabeto in difficili condizioni di comunicazione.

Il sistema, ideato e messo a punto principalmente per essere usato nell'aviazione civile, nelle strutture militari e, più in generale, nelle telecomunicazioni, è adottato nell'attività radioamatoriale per fare quello che impropriamente è chiamato lo spelling del nominativo, del nome, del QTH ecc. e per trasmettere frasi del tipo “My call sign is India Kilo six Quebec Golf Echo”.

Nei documenti ufficiali, l'insieme formato dall'elenco di parole del codice e dalle lettere dell'alfabeto rappresentate è chiamato “phonetic alphabet” o “international radiotelephony spelling alphabet” ma, per evitare possibili confusioni coi veri alfabeti fonetici appositamente creati per la trascrizione della pronuncia, qui useremo il termine “codice” che, appunto, tra i numerosi altri significati, ha anche quello che c'interessa di insieme di segni alfabetici, numerici o di altro genere e delle regole che consentono di dar loro un significato.

Per le trascrizioni contenute in questo testo useremo, tra parentesi quadre, i simboli dell'International Phonetic Alphabet. Le pronunce proposte sono tratte, per la maggior parte, dall'English Pronouncing Dictionary di Daniel Jones. Ricordiamo brevemente, per comodità, che [k] rappresenta il suono con cui inizia la parola cane, [kw] rappresenta il suono con cui inizia la parola quadro e ['] indica che la sillaba che segue è quella con l'accento tonico.

La pronuncia delle parole del codice ICAO è determinante per il riconoscimento delle lettere dell'alfabeto rappresentate perché “lo spelling alphabet è essenzialmente un insieme di foni ciascuno dei quali è rappresentato da una parola (ed) è il suono di queste parole che è davvero importante, non la forma scritta”. (1)

Per evitare pronunce arbitrarie che comprometterebbero l'efficienza del sistema, l'ICAO fornisce le sue indicazioni sul modo corretto di pronunciare le parole del codice usando, però, un sistema di trascrizione che suscita più di qualche perplessità. (Tabella 1)

Tabella_1.jpg


Tabella 1

Malgrado tali indicazioni, nella pratica operativa i radioamatori si servono spesso di codici alternativi e, quando si attengono a quello dell'ICAO, adottano a volte pronunce diverse da quelle ufficialmente prescritte.

Poiché la pronuncia che si presenta con il maggior numero di varianti è sicuramente quella di QUEBEC – [kwi'bek], ['kwibek], [kwǝ'bek], ['kwǝbek], [kwe'bek], ['kwebek], [ke'bek], ['kebek] – non appare superfluo cercare di capire le ragioni per cui le indicazioni dell'ICAO, che come abbiamo visto esistono, sono così spesso trascurate.

Naturalmente, prima di muovere qualsiasi critica che in qualche modo possa coinvolgere l'impostazione del codice ICAO, occorre essere ben consapevoli del lungo e complesso lavoro svolto dai piloti, dai controllori del traffico aereo, dai linguisti, dagli analisti dei test e da tutti gli altri professionisti che si sono occupati dell'elaborazione del sistema di cui ci stiamo occupando.

Tuttavia, poiché è un dato di fatto che in ambito radioamatoriale il problema della pronuncia di QUEBEC esiste, per capirne le cause sarà necessario, innanzi tutto, cercare conferma ai seguenti assunti:

  • la parola QUEBEC è pronunciata in molti modi diversi dai radioamatori;

  • l'ICAO, la NATO e l'ITU prescrivono l'uso della pronuncia [ke'bek];

  • la pronuncia di tutte le parole del codice ICAO, tranne QUEBEC, inizia col fonema corrispondente alla lettera dell'alfabeto rappresentata.

La pronuncia della parola Quebec nei QSO

Il cinese mandarino è la lingua parlata dal maggior numero di persone nel mondo ma le lingue più diffuse a livello internazionale sono l'inglese, lo spagnolo e il francese. Proprio per questo la “International Air Transport Association (IATA) nel 1947 presentò una pressante richiesta all'ICAO (perché elaborasse) un singolo alfabeto universale che avesse suoni comuni in inglese, in francese e in spagnolo”. (2)

Trovare delle soluzioni che conciliassero i sistemi fonemici delle tre lingue non dev'essere stato facile; per la parola QUEBEC, in particolare, le differenze riemergono frequentemente, nelle comunicazioni radioamatoriali, per le ragioni sotto elencate:

  • un operatore anglofono è sicuramente propenso a usare la pronuncia [kwi'bek] che, nella sua lingua, indica la provincia del Canada che porta quel nome. Inoltre, di norma, la Q in inglese si pronuncia [kw], come in QUEEN [kwi:n] o in QUICK [kwik] e questa pronuncia, malgrado alcune sporadiche eccezioni come QUEUE [kju:], tende ad essere generalizzata;

  • un operatore francofono, invece, è abituato alla pronuncia della Q come [k], che in francese è la più comune (p. es.: QUATORZE (katɔʀz), QUERELLE [kəʀɛl]), e trova, pertanto, del tutto naturale pronunciare QUEBEC come [ke'bek];

  • anche un operatore di lingua spagnola è propenso a usare la pronuncia [ke'bek] oppure [ke'βek] perché la Q nella sua lingua può essere seguita solamente da ue e ui e i gruppi QUE e QUI si pronunciano rispettivamente [ke] e [ki], come in QUESO ['keso] o in QUINCE ['kinθe];

  • gli operatori appartenenti a tutte le altre comunità linguistiche sono portati a pronunciare [kwi'bek]/[kwe'bek]/[kwǝ'bek] oppure [ke'bek] in funzione della maggiore o minore influenza, in un determinato periodo, della lingua inglese, di quella francese o di quella spagnola sulla loro lingua madre.

Le prescrizioni dell'ICAO, della NATO e dell'ITU

Gli ideatori del codice ICAO che hanno scelto la parola QUEBEC per rappresentare la lettera Q avranno sicuramente tenuto conto del fatto che quello è il nome di una provincia del Canada prevalentemente francofona che, però, ha anche una vasta minoranza anglofona. I canadesi del Quebéc che parlano francese pronunciano il nome della loro provincia [ke'bek] mentre i loro connazionali che parlano inglese dicono [kwi'bek] oppure, meno frequentemente, [kwǝ'bek].

All'ICAO si chiedeva di elaborare un codice che avesse suoni comuni in inglese, in francese e in spagnolo ma le varie pronunce della parola QUEBEC hanno sicuramente complicato l'applicazione di questo criterio.

Si poteva supporre che l'ICAO, dovendo scegliere, adottasse la pronuncia inglese [kwi'bek], se non altro per mantenere la corrispondenza tra il primo fonema della pronuncia [kw] e la lettera rappresentata Q [kw].

Invece, dalla Tabella 2 si rileva chiaramente che la pronuncia ufficialmente prescritta per la parola QUEBEC è KEH BECK [ke'bek] e di questa pronuncia dovremo occuparci qui di seguito, con l'intento di evidenziarne l'anomalia all'interno del codice.

tabella2_jpg


Tabella 2

Le parole del codice ICAO e le lettere rappresentate

Quasi tutte le agenzie internazionali che si sono occupate della pronuncia delle parole del codice ICAO hanno ignorato quello strumento potente e preciso che si usa per trascrivere la pronuncia delle parole e che si chiama International Phonetic Alphabet (IPA). Sistemi alternativi, come quello mostrato nella Tabella 1, lasciano evidentemente troppo spazio all'arbitrio tanto che la stessa ICAO sembra aver rilasciato, piuttosto tardivamente, una versione IPA della pronuncia delle parole del suo codice. (Tabella 2, colonna 4)

Da questo quadro piuttosto confuso, emergere comunque il fatto che le parole del codice ICAO non si pronunciano esattamente come le corrispondenti parole della lingua inglese e che anche la forma scritta, nei casi di Alfa e Juliett, presenta qualche anomalia.

In questa sede, tuttavia, non c'interessa tanto analizzare criticamente i sistemi di trascrizione della pronuncia usati dalle varie agenzie internazionali – che è un argomento già ampiamente trattato da vari radioamatori, anche italiani (3) - quanto evidenziare, attraverso l'esame della tabella 2, la corrispondenza tra la pronuncia della prima lettera di ciascuna parola del codice ICAO e le lettere dell'alfabeto rappresentate, al fine di dimostrare che l'unica eccezione è costituita dalla pronuncia di QUEBEC come KEH BECK [ke'bek], che inizia con l'occlusiva velare K [k] e che, quindi, non rappresenta affatto la labiovelare Q [kw]. (4)

Abbiamo visto che è proprio l'ICAO a sostenere, nella descrizione del suo codice, che “è il suono di queste parole che è davvero importante, non la forma scritta”. Nel caso che c'interessa, invece, chiunque voglia individuare la lettera dell'alfabeto Q attraverso l'ascolto della pronuncia [ke'bek] deve

necessariamente tener conto della corrispondente forma scritta QUEBEC che, in definitiva, è l'unica che inizia con una Q.

Insomma, si tratta di un'evidente anomalia sulla cui origine non è stato possibile trovare alcun documento ma che sicuramente contribuisce alla diffusione, tra i radioamatori, di così tante pronunce diverse della parola QUEBEC.

L'unica soluzione possibile: adottare la pronuncia ufficiale

Alcuni QSO di prova, nazionali e internazionali, condotti prestando particolare attenzione all'uso delle pronunce prescritte dall'ICAO (5), hanno dimostrato che gli interlocutori, normalmente, non si sono lasciati influenzare dalla forma ufficiale [ke'bek] ma hanno tranquillamente continuato a usare le pronunce a cui erano abituati.

La comprensibilità è risultata comunque buona perché il codice ICAO è ridondante e ogni parola fornisce più di una informazione per individuare la lettera rappresentata.

Che un radioamatore dica [kwi'bek], [kwe'bek] o [ke'bek], per esempio, è relativamente poco importante perché qualsiasi operatore che senta le coppie di vocali i-e oppure e-e presenti nelle varie pronunce, prescindendo da tutto il resto, è portato comunque a ricostruire l'unica parola del codice che le contiene, vale a dire QUEBEC, e a risalire, quindi, alla lettera Q rappresentata.

Per concludere, è appena il caso di notare che, come accade sempre nei processi di evoluzione linguistica, nel caso della pronuncia di QUEBEC esiste una diffusa discrepanza tra le prescrizioni e l'uso.

Se in altri contesti l'uso può imporre nuove forme, inizialmente percepite come anomalie o errori, nel caso delle parole del codice ICAO non esiste alcuna possibilità che una variante arbitraria possa essere riconosciuta, prima o poi, come forma corretta, a meno che non siano le stesse organizzazioni internazionali che hanno elaborato il sistema ad avallare le modifiche.

Nel frattempo, a noi radioamatori non resta che attenerci, malgrado tutte le perplessità nominate, alle pronunce ufficiali, cercando di minimizzare, per quanto possibile, le interferenze dei sistemi fonemici delle varie lingue usate nei QSO e contando sul fenomeno della ridondanza per interpretare anche eventuali dizioni anomale.

Insomma, se [ke'bek] dev'essere, [ke'bek] sia, ma non senza qualche disagio da parte di chi non ama le anomalie in un quadro stabilito di regole.


NOTE

1- “(Because) the spelling alphabet is essentially a set of speech sounds each represented by a word, it is the sound of these words which is most important, not the written form.” (http://www.icao.int/secretariat/PostalHistory/annex_10_aeronautical_telecommunications.htm)

2- “The International Air Transport Association (IATA) presented a draft for a single universal alphabet to ICAO in 1947, which had common sounds to English, French and Spanish...” (http://aviationknowledge.wikidot.com/aviation:nato-phonetic-alphabet)

3- Cf. “Origini dell'Alfabeto Fonetico ICAO” a cura di Nico Michelini IV3ALA, Associazione Radioamatori Italiani, Sezione di Manzano, http://www.ariudine.it/ari-re/origini_alfabeto_fonetico_ICAO/ORIGINI%20DEL%20FONETICO%20NATO_2nd_ED.pdf

4- In realtà, anche Ex-ray non inizia col fonema corrispondente alla lettera X nelle varie lingue – per es: la sibilante sonora [z] nell'inglese xylophone [ˈzailəˌfəun] o il gruppo [ks] nello spagnolo xilófono (ksi'lofono) - ma direttamente con la lettera dell'alfabeto da pronunciare [eks].

5- Si è colta l'occasione per mettere alla prova anche la pronuncia ufficiale di PAPA che, secondo l'ICAO, dev'essere PAH PAH [pǝ:'pɑ:], con l'accento sulla seconda sillaba.

Cf. Domenico Felaco IK6QGE, Il problema della "Q" nel nominativo, RR 10/13

Indietro    Menu     Home