Domenico
Felaco IK6QGE
domenico.ikseiqge@tiscali.it
I
registri linguistici nelle comunicazioni radioamatoriali
Strategie
linguistiche per minimizzare la conflittualità nei QSO
I
canali di comunicazione
Quando
due o più persone hanno qualcosa da dirsi e vogliono scambiarsi dei
messaggi devono necessariamente aver accesso a un mezzo
condiviso, devono creare un'occasione per usarlo e devono conoscere il codice
necessario per comunicare.
Nell'attività
radioamatoriale, il mezzo è costituito dalle radiazioni
elettromagnetiche attraverso le quali, posto che si verifichi
l'occasione di un collegamento radio, un emittente invia a uno
o più riceventi i suoi messaggi codificati.
Le
onde elettromagnetiche elaborate da opportuni modulatori (1) hanno,
pertanto, la stessa funzione che, in altri contesti, è svolta
dall'aria sollecitata dalle onde
sonore, dai fili percorsi da segnali elettrici, dalle pagine di un
giornale o da qualsiasi altro mezzo che, in quanto utilizzato per
inviare e ricevere dei messaggi, si chiama canale
di comunicazione.
Considerando
che non si possono trasmettere direttamente i pensieri, i messaggi scambiati su
qualsiasi
canale di comunicazione devono essere necessariamente codificati e
l'emittente e il ricevente devono conoscere i simboli arbitrari del codice
usato e
le
regole che ne organizzano l'applicazione.
Poiché
vogliamo
occuparci, in
questa sede, di come parlano i radioamatori, è scontato che, tra i
vari codici usati sulle frequenze radioamatoriali, riserveremo una
particolare attenzione al codice linguistico
e, quindi, ai collegamenti in fonia. Va ricordato, tuttavia,
che quando si usano altri codici, a meno che non si trasmettano
immagini o musica, è necessaria una doppia codifica, la prima
dal pensiero alla parola e la seconda dalla parola ai segni propri
del codice, per esempio i punti e le linee.
Per
evitare possibili confusioni, sarà bene fornire qualche chiarimento
sulla terminologia che si usa quando ci si occupa di
comunicazione linguistica definendo, in particolare, il significato
delle espressioni codice linguistico, linguaggio, lingua
e “parole”.
-
Il
codice linguistico è costituito da un insieme
di simboli fonici o grafici arbitrari
e dalle regole che ne organizzano
l'uso per la comunicazione tra persone che lo condividono;
-
Il
linguaggio, quando è riferito agli esseri umani
e alla comunicazione linguistica, è inteso come generica facoltà di
comunicare usando un codice linguistico;
-
la
lingua è la specifica manifestazione di tale
facoltà in culture e contesti diversi (italiano, francese, tedesco,
inglese ecc.);
-
la
“parole” si riferisce all'uso che ogni individuo fa di
una lingua. (2)
Il
canale di comunicazione riservato ai radioamatori
Abbiamo
finora chiarito che i radioamatori operano sul canale di
comunicazione riservato al loro servizio usando vari codici,
tra cui quello linguistico, parlando varie lingue ed esprimendosi in
ciascuna di esse secondo le proprie competenze.
La
possibilità di accedere a tale canale di comunicazione è limitata e
dettagliatamente regolamentata dalle leggi della maggior parte dei
paesi del mondo, per cui ogni radioamatore che ha conseguito le
necessarie autorizzazioni per installare la sua stazione è
consapevole di appartenere a una vasta comunità internazionale
organizzata che accorda
privilegi ma che impone, contemporaneamente, regole stringenti a cui
attenersi.
Prescindendo,
tuttavia, dalle regole e dalle sanzioni, sembra che i radioamatori
abbiano autonomamente elaborato, nel corso dei decenni, valide
strategie di comunicazione linguistica capaci, tra l'altro, di
relegare gli episodi conflittuali che possono manifestarsi nel corso
dei QSO nazionali o internazionali al rango di fenomeni marginali e
assolutamente trascurabili sia sul piano numerico sia su quello della
rilevanza nell'ambito delle attività radioamatoriali.
Prima
di occuparci delle strategie linguistiche cui abbiamo fatto cenno e
dopo aver ricordato che ogni canale di comunicazione “non è senza
influenza sul messaggio stesso ed anche sulla maniera in cui esso è
percepito e interpretato” (3), dovremo necessariamente riassumere,
nell'elenco che segue, le caratteristiche specifiche del mezzo usato
dai radioamatori.
-
è
un mezzo scarsamente affidabile per via delle numerose
variabili che possono influenzare la certezza della comunicazione;
-
è
un mezzo aperto contemporaneamente a tutti i membri, nel senso
che non sono possibili conversazioni private e chi lo usa sa che
qualsiasi radioamatore può ascoltare i messaggi trasmessi;
-
è un mezzo che non consente, in genere,
di integrare il messaggio verbale coi segni visivi, quali la mimica facciale, la
gestualità, il sorriso, l'atteggiamento del corpo ecc., mentre consente
l'uso dei segni
fono-acustici
come l'intonazione, l'accento, le pause e il volume della voce.
Le
caratteristiche particolari del canale riservato ai radioamatori e
l'insieme dei segni linguistici e di quelli fono-acustici determinano
lo stile generale della comunicazione che è più propriamente
indicato come registro
linguistico
e che è, in definitiva, fondamentale per la realizzazione di quelle
strategie anticonflittuali di cui si parlava sopra.
Infatti,
nella comunicazione verbale tra esseri umani possono esserci
circostanze e rapporti interpersonali che richiedono l'adozione di un registro
formale,
che è distaccato, accurato sul piano lessicale e morfologico, privo
di riferimenti emotivi e usato esclusivamente quando non si ha
confidenza con l'interlocutore, oppure circostanze in cui si usa un registro
medio col
quale ci si esprime senza formalismi ma che non prevede la
manifestazione di emozioni o sentimenti, e ci possono essere, infine,
occasioni per adottare un registro
colloquiale,
col quale si comunica in famiglia o tra amici, spesso in dialetto,
manifestando anche sentimenti ed emozioni.
La
scelta del registro linguistico dipende, oltre che dal
canale di comunicazione, anche e principalmente dal rapporto
psicologico e sociologico
che intercorre tra gli interlocutori poiché lo
“status” di chi parla rispetto a chi ascolta in una particolare
situazione di comunicazione condiziona la scelta della lingua, quella
degli argomenti trattati, la struttura delle frasi, la selezione dei
vocaboli, la
dizione, l'intonazione, il volume della voce e così via.
Ci
occuperemo brevemente, qui di seguito, dell'influenza che il canale
di comunicazione e i rapporti psicologici e sociologici tra i
radioamatori esercitano nella scelta del registro linguistico che si
adotta nei QSO e del ruolo che tale scelta ha nella riduzione delle
occasioni di conflitto.
I
registri linguistici nell'attività radioamatoriale
“L'interesse
per la tecnica della radioelettricità” e la possibilità di essere
autorizzati ad accedere al mezzo necessario per perseguire i fini di
“istruzione individuale, di intercomunicazione e di studio tecnico”
(4) sono, in definitiva, gli unici elementi che accomunano tutti i
radioamatori di questo pianeta.
Si
tratta di pochi, fondamentali tratti distintivi che incidono in
modo molto marginale sulle differenze di tipo culturale, linguistico,
etnico, religioso e individuale esistenti tra i radioamatori ma che costituiscono
la base di aggregazione di una comunità
universalmente riconosciuta i cui componenti assumono tutti i
comportamenti propri dei membri di gruppi
ben definiti.
La
comunità dei radioamatori può essere intesa come gruppo di
dimensione planetaria che si suddivide in innumerevoli
sottogruppi costituiti dai membri che, nella pratica operativa, si
incontrano nei QSO.
Come
qualsiasi altra comunità, anche quella dei radioamatori
tende a realizzare una certa omogeneità dei
comportamenti interni attraverso l'adozione di regole scritte e non
scritte alle quali, come abbiamo già notato, tutti gli aderenti
devono attenersi per essere accettati. Per contro, ogni radioamatore
avverte un forte sentimento di appartenenza ed è portato ad
adeguarsi alle norme per essere riconosciuto come
membro del gruppo.
Durante
i QSO, ciascun individuo entra direttamente in relazione con gli
altri e assume inevitabilmente uno dei possibili ruoli che si
manifestano in ogni gruppo e cioè quello di leader, di pseudo-leader,
di gregario o di membro
marginale.
In
altri contesti, la padronanza linguistica, la maggiore o minore
capacità di organizzare il discorso, la personalità e la competenza
tecnica sarebbero determinanti per l'assunzione di un ruolo di
rilievo nel gruppo. Nei QSO, invece, ogni altra qualità perde
d'importanza se non è sostenuta da un segnale forte e da una buona
modulazione ed è molto improbabile che un radioamatore che non
riesce a farsi sentire bene dagli altri possa essere riconosciuto
come leader.
Comunque,
qualunque sia il ruolo che il radioamatore assume in un QSO, è certo
che, sul piano individuale, egli si aspetta più soddisfazioni che
insoddisfazioni dal suo inserimento nel gruppo e tende, di norma, a
evitare e perfino a cercare di scoraggiare tutti quei comportamenti
conflittuali che potrebbero essere considerati anomali rispetto
all'omogeneità auspicata.
La
realizzazione di tale uniformità di comportamenti virtuosi si
ottiene principalmente adottando un registro
linguistico colloquiale,
estremamente cordiale e formalmente corretto che, però, presenta
delle vistose anomalie rispetto al registro linguistico colloquiale
che si adotta in famiglia o tra amici.
Infatti,
anche se nel corso dei QSO ci si interpella l'un l'altro chiamandosi
“carissimo” o “dear XXX”, si tende comunque a non dimenticare
che si sta operando su un canale di comunicazione aperto a tutti i
radioamatori e si è, in genere, portati a escludere ogni
riferimento a fatti personali, a situazioni di famiglia, a problemi
di salute o economici e così via.
Insomma,
tranne nei casi in cui il tono della comunicazione può essere
influenzato da rapporti personali preesistenti, nei QSO si parla coi
radioamatori più che con gli individui e si adotta un anomalo
registro, colloquiale nella struttura linguistica ma formale nei
contenuti, che, proprio per le sue caratteristiche peculiari che non
si ritrovano in altri contesti, meriterebbe la definizione di registro
linguistico radioamatoriale.
Le
eccezioni che confermano la regola
Sembra,
si potrebbe obiettare, che l'aspirazione della comunità mondiale dei
radioamatori alla realizzazione di una omogeneità dei
comportamenti virtuosi interni sia fortemente ostacolata, per
esempio, da tutti quei “macaroni shut up” (sic!) che si
sentono nei pile up, da quei lunghi accordi in isofrequenza, da
quelle chiamate su frequenze già occupate, da quei commenti spesso
malevoli in sovramodulazione, da quei suoni sconci e da quel
turpiloquio sui ponti ripetitori, dalle portanti usate per oscurare
una trasmissione e da decine di altri comportamenti che non possono
certamente essere considerati appropriati.
Ebbene,
la risposta a queste obiezioni è che in ogni gruppo esistono dei
comportamenti devianti e che il successo del gruppo stesso rispetto
agli obiettivi prefissati è dato dal rapporto tra il numero di tali
comportamenti e il numero complessivo dei membri della comunità.
Non
è facile stabilire quanti dei quasi tre milioni di radioamatori che
esistono nel mondo operano contemporaneamente. Certamente, non sembra
azzardato pensare a un numero di collegamenti contemporanei
dell'ordine delle centinaia che, per quanto si può rilevare
dall'ascolto diretto sulle frequenze radioamatoriali, nella
stragrande maggioranza dei casi si svolgono nel rispetto delle regole
e delle persone.
Le
poche eccezioni, deprecabili ma difficilmente eliminabili, che, come
tutte le eccezioni, s'impongono purtroppo all'attenzione generale con
impatto maggiore rispetto alle situazioni normali, nulla possono
togliere allo straordinario risultato ottenuto da una comunità
tanto numerosa e tanto diffusa, ma anche tanto eterogenea, che si è
dotata di regole precise e che ha anche saputo elaborare un registro
linguistico originale perfettamente adatto al canale di comunicazione
e straordinariamente utile per ridurre
le occasioni di conflitto.
Note
1-
Marshall McLuhan – Bruce R. Powers,
Il villaggio globale,
Sugarco edizioni, pag. 103. Si cita il modello Shannon-Weaver: “Nel
caso della radio, il canale è semplicemente lo spazio, o l'etere (se
si preferisce questo termine antiquato e fuorviante) e il segnale è
l'onda elettromagnetica che viene trasmessa.” In questa sede
sosterremo, invece, che il canale è l'onda elettromagnetica e il
segnale è la modulazione che porta il messaggio.
2-
In Waterman, Breve storia della linguistica,
La Nuova Italia, Firenze, 1968, pag. 75, Ferdinand de Saussure,
distinzione tra “langue” e “parole”.
3-
Jean-Michel Peterfalvi, Introduzione alla psicolinguistica,
Psycologica, 1972, pag. 161.
4-
D.L. 1 agosto 2003, n. 259 -Capo VII - RADIOAMATORI - Art. 134 -
Attività di radioamatore.
Cf.
Domenico Felaco Le
comunicazioni radioamatoriali col supporto dei registri linguistici
RR 3/13
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