Domenico
Felaco IK6QGE
QSO
E TRASCRIZIONE FONETICA
Il
QSO in lingua straniera
Quando
faccio un QSO in lingua straniera, trovo utile avere a portata di
mano uno schema con le espressioni che probabilmente ascolterò dal
mio interlocutore e con quelle che mi serviranno per le risposte.
Deve
trattarsi di un prontuario consultabile a colpo d'occhio, contenente
le poche decine di frasi che si usano nella maggior parte dei QSO e
che riguardano i nominativi, i nomi, i QTH, i segnali, gli apparati,
lecartoline QSL, i saluti e poco altro.
Naturalmente,
lo schema deve riportare la traduzione in lingua italiana delle
parole e delle frasi che dovrò usare e deve anche avere qualche
annotazione di pronuncia, sia per facilitare la comprensione di
quello che ascolto, sia per permettermi di avere un'idea della
pronuncia di ciò che sto per dire.
Ci
occuperemo, qui di seguito, proprio della preparazione di uno schema
del genere, dando per scontata la possibilità di reperire da qualche
parte le frasi da usare nelle varie fasi del QSO e riservando, una
buona volta, la necessaria attenzione ai problemi che sorgono quando
si cerca di annotare la pronuncia delle parole.
Trascrivere
la pronuncia
Se
decidiamo di scrivere i nostri appunti di pronuncia usando i simboli
dell'alfabeto italiano, facciamo presto ad accorgerci che non ce la
potremo mai fare. Già con le parole italiane, le complicazioni
sorgono subito con i simboli che rappresentano più suoni diversi
(“e” aperta o chiusa, “o” aperta o chiusa, “g” di “gatto”
o di “gelo”, “c” di “cane” o di “cena” e così via).
Possiamo
immaginare cosa succede quando proviamo ad annotare la pronuncia di
parole appartenenti a lingue che richiedono l'articolazione di suoni
che non si usano mai in italiano!
Per
fare un esempio semplice, prendiamo l'articolo determinativo inglese the.
Supponiamo di conoscerne la pronuncia e di volerla annotare. Cosa
scriviamo? Coi simboli dell'alfabeto italiano, probabilmente saremo
costretti a scrivere the
[de]. (Notiamo che da ora in poi
annoteremo in corsivo le parole
così come si scrivono nella lingua a cui appartengono e tra
parentesi quadre la pronuncia).
Però,
se chiedessimo a un inglese di leggere l'appunto di pronuncia [de] e
di dirci a quale parola si riferisce, difficilmente ci sentiremmo
rispondere che si tratta dell'articolo the.
Il
fatto è che non disponiamo dei simboli necessari per annotare la
pronuncia giusta della parola inglese the.
Ci servirebbe un alfabeto più vasto, contenente i simboli necessari
per rappresentare tutti i suoni che gli esseri umani possono produrre
in qualsiasi lingua.
Di
questo problema si occuparono certi professori di linguistica che
decisero, alla fine dell'ottocento, di fondare la International
Phonetic Association
con lo scopo di elaborare, appunto, un alfabeto che contenesse un
simbolo per ogni suono, senza ambiguità e senza approssimazioni.
Naturalmente, quelli parlavano da linguisti e, come tutti gli
specialisti, avevano un gergo specifico fatto di “fonemi”,
“allofoni”, “plosive”, “palatali”, “rotate” e così
via. A noi, però, la cosa non interessa. Noi continueremo a dire che
ci servono dei simboli per rappresentare in forma scritta i suoni che
compongono le parole che vogliamo usare.
Per
farla breve, questa International
Phonetic Association
elaborò, alla fine, il suo alfabeto e lo chiamò International
Phonetic Alphabet.
Se
uno guardasse la forma estesa di questo alfabeto, si spaventerebbe e
rinuncerebbe a servirsene per prendere appunti di pronuncia per un
QSO. In realtà, la faccenda può essere molto più semplice. Noi
useremo quasi sempre i simboli dell'alfabeto italiano che già
conosciamo e ne aggiungeremo solamente una trentina per eliminare le
ambiguità e per rappresentare i suoni che non si usano nella nostra
lingua.
In
definitiva, impareremo a scrivere che la pronuncia della parola
inglese the
è [ðə] e non [de] e sapremo esattamente come leggere il nostro
appunto.
Alfabeto
fonetico internazionale
Vedremo
che scrivere appunti di pronuncia non è poi così difficile. Per il
momento, però, cerchiamo di eliminare qualche possibile confusione:
le parole scritte usando l'alfabeto di una qualsiasi lingua, sono una
cosa, le annotazioni di pronuncia scritte tra parentesi quadre (o
tra barre) usando l'Alfabeto
fonetico internazionale,
sono tutt'altra cosa. Insomma,
potrei usare l'Alfabeto
fonetico internazionale
per scrivere la pronuncia di parole arabe o russe o cinesi o chissà
che altro e potrei pronunciarle perfettamente, senza, per questo,
poter dire di conoscere l'arabo o il russo o il cinese.
Alfabeto
fonetico internazionale ridotto
Per i nostri
fini,
possiamo tranquillamente trascurare tutti i simboli che rappresentano
suoni appartenenti a lingue che, verosimilmente, non useremo mai nei
nostri QSO. Dobbiamo riservare, invece, una particolare attenzione ai
simboli riguardanti la pronuncia dei suoni che compongono le parole
della lingua inglese, che è sicuramente la più utilizzata nei
collegamenti radio internazionali.
Vocali
Semplifichiamo, per
quanto possibile, l'elenco delle vocali e usiamo i simboli
dell'alfabeto italiano (a, i, u) ai quali aggiungiamo solamente:
-
[e] e chiusa (é) come nell'italiano velo [velo].
-
[ε] e aperta (è) come nell'italiano cartello [kar'tεllɔ].
-
[æ] suono
intermedio tra la a ed e come nell'inglese map [mæp].
-
[o] o chiusa come
nell'italiano Roma ['roma].
-
[ɔ] o aperta come
nell'italiano cotto [cɔtto] o nell'inglese golf [gɔlf].
-
[y]
i pronunciata con le labbra protruse come per
pronunciare una u,
come nel francese bureau
[by'ro] o nel tedesco für [fyr].
-
[ʌ] vocale intermedia
tra la a e
la o, come
nell'inglese run [rʌn].
-
[ə] è il suono con cui
finisce la maggior parte delle parole di molti dialetti dell'Italia
meridionale, come [panə ], [vinə] ,
oppure, come nell'inglese the [ðə].
-
[j] semivocale, come
nell'italiano ieri ['jεri] o nell'inglese
you [ju]
-
[w] semivocale, come nell'italiano tuorlo ['twɔrlo]
o nell'inglese water ['wɔ:tə].
Consonanti
Usiamo
i simboli dell'alfabeto italiano (b, d, f, h, l, m, n, p, r, s, t, v)
ai quali aggiungiamo:
-
[θ] come nell'inglese thing [θiŋ], simile al suono [t] ma con l'aria che
esce filtrando tra i denti.
-
[ð] come nell'inglese that [ðæt], simile al suono [d] ma con l'aria che esce
filtrando tra i denti.
-
[ʃ] come nell'italiano scena ['ʃεna] o nell'inglese shelf [ʃelf].
-
[ʒ] come nel francese in
jour [ʒu:ʀ] o nell'inglese measure ['meʒə].
-
[tʃ] come nell'italiano cielo ['tʃεlo] o nell'inglese chat [tʃæt].
-
[k] come nell'italiano cane ['kane].
-
[dʒ] come nell'italiano gelo ['dʒεlo].
-
[g] come nell'italiano gatto ['gatto].
-
[x] come nello spagnolo Juan [xu'an].
-
[ŋ] n
dorsale, come nell'italiano inganno o nell'inglese
writing
['raitiŋ].
-
[ʎ] come nell'italiano giglio ['dʒiʎo].
-
[ɲ] come nell'italiano gnomo ['ɲɔmo] - [gn] si
pronuncia, invece, [g] seguito da [n], come nell'inglese magnetic [mæg'netik].
-
[ts] z sorda, come
nell'italiano inizio [i'nitsio].
-
[dz] z sonora, come nell'italiano zona ['dzɔna].
-
[s] s sorda,
come nell'italiano sole ['sole].
-
[z] s sonora, (non zeta), come nell'italiano di rosa ['rɔza].
Accento,
lunghezza
Useremo
l'apostrofo ['] per indicare che la sillaba che segue è quella con
l'accento più forte e i due punti [:] per indicare che la vocale che
precede è lunga.
Esempi
Disponiamo,
ora, dei simboli che ci servono per eliminare le ambiguità o per
rappresentare alcuni suoni a cui non siamo abituati. Per il resto,
continueremo a usare i simboli dell'alfabeto italiano.
Ovviamente,
l'elenco risulta largamente incompleto, ma non c'è ragione di
complicarci la vita con approfondimenti che andrebbero oltre le
nostre necessità.
Possiamo
provare, a questo punto, a scrivere la pronuncia di alcune
espressioni che ricorrono frequentemente nei QSO.
-
Is
this frequency in use, please? [iz ðis
'fri:kwənsi in ju:z pli:z]
- [ð]
simile a [d] ma con l'aria che filtra tra i denti, accento su ['fri:],
[i:] vocale lunga, [w] semivocale come in water, [ə]
come nel dialetto abruzzese [panə], [j]
semivocale come in ieri, [u:] vocale lunga, [z] simile a [s] ma
sonora.
-
CQ
twenty [si:kj'u 'twenti]
- [i:] lunga, [k] come in cane, semivocale [j] come in ieri e accento sulla ['u], semivocale [w] come
in water.
-
This is Italy Kilo
Six Quebec Golf Echo [ðis iz 'itəli 'ki:ləu siks kwi'bεk gɔlf
'εkəu]
- [ε] vocale aperta come in cartello, [ɔ] vocale aperta come in cotto.
-
My
name is Charles [mai 'neim iz tʃa:ls]
- [z] s sonora come in rosa, [tʃ] come in cielo, [a:] lunga.
-
My
QTH is Manchester [mai kj'u ti eitʃ iz man'tʃestə]
– accento su ['tʃe], finale in [ə] come nel dialetto abruzzese o napoletano [panə], [vinə].
-
Fine
weather here, in Bournemouth [fain 'weðə hiə
in 'bɔ:nməθ]
- gli
accenti su ['we] e ['bɔ:], [ə] come nel dialetto abruzzese [panə], [vinə].
-
Thank
you very much [θænk ju: veri mʌtʃ]
- [θ] simile a [t] ma con l'aria che
filtra tra i denti, [æ] vocale intermedia tra
[a] e [e], [ʌ] vocale intermedia tra [a] e [o], [tʃ] come in cielo.
-
Your
report is five and nine [jɔ: ri'pɔ:t iz faiv ænd nain]
– [ɔ:] vocale aperta come in cotto, ma lunga, accento su ['pɔ:], [z]
simile a [s] ma sonora.
-
My
antenna is a magnetic loop [mai æn'tenə
iz ə mæg'netik
lu:p]
- [gn] da pronunciare
come [g] seguito da [n], accenti su ['te] e ['ne].
-
My name is Juan
(nome spagnolo) [mai neim iz xu'an]
– [x] simile a [k] ma con
l'aria che filtra tra palato e dorso della lingua.
-
Gracias por tu
llamada ['graθias pɔr tu ʎa'mada]
– [ʎ] come nell'italiano giglio
['dʒiʎo].
Conclusioni
Con
la radio si possono fare tante cose, ma principalmente si parla e si
ascolta. Nel contesto di un'attività del genere, occuparsi di
pronuncia non è una perdita di tempo: ne sono convinto e spero di
aver convinto anche qualcun altro.
Per
concludere e per continuare a non fare confusione, è bene
evidenziare il fatto che alcuni dizionari usano altri sistemi di
trascrizione fonetica che non hanno, però, la completezza e la
precisione che i linguisti riconoscono alll'International
Phonetic Alphabet.
Se
a qualcuno venisse voglia di riprendere uno degli ottimi prontuari
per QSO disponibili in rete o reperibili nelle mostre per
radioamatori, magari in tre o quattro lingue, e di integrarlo con gli
appunti di pronuncia scritti usando l'International
Phonetic Alphabet,
questo articoletto non risulterebbe del tutto inutile e noi potremmo
disporre di un nuovo strumento, pratico e semplice, da utilizzare
durante i nostri QSO in lingua straniera.
Bibliografia
-
The
Principles of the International Phonetic Association, Department of Phonetics,
University College, London, 1970.
-
Daniel Jones, English Pronouncing Dictionary, Everyman's Reference
Library, London, 1964.
-
Angelo Gentile, Principi di trascrizione fonetica, Liguori, Napoli, 1966.
-
Wikipedia,
http://it.wikipedia.org/wiki/International_Phonetic_Association .
-
Università
degli studi di Cassino, Dispensa di fonetica,
http://webuser.unicas.it/linguistica/schirru/fonetica_dispensa.pdf.
http://www.ik6qge.altervista.org
.
Domenico
Felaco IK6QGE, RadioRivista 11/2009
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